In preparazione alla Pentecoste 2021

Anche oggi la liturgia di questo tempo pasquale ci ripropone il brano di Giovanni: ”Io sono la vite, voi siete i tralci”. Guardando, ogni giorno , le viti delle nostre vigne dotate, dopo la potatura, ormai soltanto di due tralci, ma che ora stanno esplodendo e sono ricche di rigogliosi germogli verdi, penso alla forza vitale che dalle radici e dal tronco di ogni vite, spinge alla crescita, alla fioritura, all’allungamento, fino a dare meravigliosi frutti.

Questa forza vitale è proprio come la forza, la potenza della “Grazia” dentro di noi. La Grazia è Dio stesso , Lui, Vita della nostra vita – Io sono la vite, voi i tralci – la Presenza vitale della Trinità dentro di noi, “GRAZIA”, DONO GRATUITO, che opera in noi e ci trasforma – ogni giorno di più – in “alter Christus”.

Questa GRAZIA È AMORE, una forza, una potenza d’Amore che si comunica e si dona. Credo che in questa Pentecoste, anche per prepararci al rinnovo delle Promesse che faremo tra circa due mesi, dobbiamo aprirci sempre di più, essere docili sempre di più, a questa forza d’Amore che ci abita e che abbiamo avuto il favore, la benedizione di riconoscere, “apprezzare” in tutta la sua grandezza e bellezza, di sentire come vocazione e missione nella Chiesa e nel mondo intero. E’ la stessa forza d’Amore che ha mosso Gesù nella sua umanità, a mettersi a disposizione nelle mani del Padre fino al dono supremo della sua vita….ma l’amore è amore, fa uscire da se stessi, sempre di più, fino a perdersi, dimenticarsi, offrirsi sempre - come il tralcio che non si sottrae alla forza vitale che viene dalla vite e da un piccolo germoglio, un bocciolo di foglioline verdi, lo fa aprire, crescere, allungare, trasformare, fruttificare.

Chiediamo al Signore  di essere docili a questa forza d’Amore. Questo è proprio il nucleo fondante della nostra vocazione: accogliere il Dono di Dio. Rimanere ogni giorno sempre più docili in questa relazione vitale con Lui - proprio come atteggiamento - con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutta la nostra vita. Certo il Dono di Dio è Dio stesso che si compiace di comunicarsi a noi e il nostro cuore, la nostra vita non sarà mai abbastanza aperta, abbastanza docile per accoglierlo, ma lasciamo fare a Lui! Lui sa dove potare, dove purificare. A noi rimane questa grande docilità, questa accoglienza senza limiti a un Dono che è sempre più grande.

Per noi Operai della Grazia questo nucleo fondante della nostra vocazione è basilare, tutto il resto ne viene di conseguenza. “Il Padre mio opera sempre e anche io opero”( Gv 5,17 ).

Noi siamo chiamati ad essere collaboratori di questa “Opera”, - siamo “Operai”- , ma prima di tutto a lasciarla “operare”nella nostra vita e nella nostra comunità. Qualunque “opera” scaturisce da questa Sorgente ed è opera Sua. Come in Maria.Credo che questo sia il senso vero della sua verginità. Lei si è semplicemente messa a disposizione, ma il germe vitale è venuto da Dio.

Quale meraviglia, quale stupore, quale ascolto, quale apertura, quale silenzio di fronte al Mistero! Di quale bellezza è intessuta la nostra vita e tutta la vita, la vita di tutta l’umanità, di tutta la Terra e di tutto l’Universo! Rendiamo grazie! Diventiamo, come diceva il primo regolamento :”ostie di adorazione e di lode” (Ef 1,6). Chiediamo al Santo Spirito, per ciascuno di noi e vicendevolmente questa Grazia, questa Luce, questo fuoco d’Amore!