Don Antonio Conti

Mons. Antonio Conti è nato nella Città di Terni il 3 marzo del 1916.. Ordinato sacerdote il 6 novembre 1938 dal Vescovo Cesare Boccoleri, iniziò subito il suo ministero sacerdotale come parroco di Santa Maria degli Spiazzi ,una parrocchia della città di Terni, dove c’era “la chiesola de Li Spiazzi”, chiusa per tanti anni e che don Antonio con la sua vena da “architetto” rimise a nuovo, ma contemporaneamente cercò di rimettere a nuovo anche le anime indicendo la Missione tenuta dalla Compagnia di San Paolo sotto la direzione di don Paolo Liggeri. Riuscì ben presto a trovare dei collaboratori alla sua missione sacerdotale iniziando così le prime scuole di catechismo.
E’ proprio in questo tempo, che viene colpito dalle meraviglie del progetto di Dio e scopre la paternità di Dio, “il Padre amatissimo”, come lui lo chiama e il dono della sua vita che, in Cristo Gesù ci comunica nel Santo Battesimo.
Divenne inconcepibile per lui non rivelare a tutti questa opera meravigliosa della Grazia nel cuore delle persone e di conseguenza nella società intera. Ma era scoppiata la guerra. La città di Terni con le sue Acciaierie e Fabbrica d’armi subì 111 bombardamenti. Don Antonio rimase sulla breccia a raccogliere e seppellire i morti, stare vicino alle famiglie che avevano subite gravi perdite. Nel frattempo aveva, mediante la direzione spirituale, cominciato a mettere insieme un piccolo gruppo di giovani che prima di tutto accogliessero nella loro vita il Dono di Dio e che si rendessero disponibili anche a comunicarlo agli altri.
Dopo la guerra c’era tutto da ricostruire, non solo le case, ma anche la fiducia e la speranza nell’animo della gente. Nacque così, nel 1944, sotto l’auspicio del Vescovo Felice Bonomini “La gioventù missionaria”, con la finalità di vivere profondamente i “dono di Dio” comunicato all’uomo e aiutare i fratelli a conoscerlo e a viverlo. Nel 1945, il Vescovo istituì l’opera della Adorazione eucaristica diurna nella Chiesa di san Giovannino, al centro di Terni e ne affidò l’organizzazione e la cura a don Antonio e al suo piccolo gruppo.
In seguito, il nuovo Vescovo Mons. G. B. Dal Prà con il quale don Antonio lavorò a fianco a fianco tanti anni come Direttore dell’ufficio catechistico suggerì di modificare il nome e quindi con un apposito Decreto del 27 febbraio 1955 che Mons. Dal Prà erigerà «l’Associazione delle Operaie della Grazia in Pio Sodalizio a norma dei sacri canoni e soggetto in tutto la Nostra giurisdizione e autorità...».
Anche nel Decreto emerge il suo plauso per la capillare attività catechistica promossa dalle Operaie della Grazia.
L’intensa azione pastorale di don Antonio e delle Operaie della Grazia, fu pioneristica rispetto alle altre Diocesi umbre e anche di fuori regione, tanto che ancor oggi sono continue le espressioni di stima e di ricordi fecondi.
L’appassionata e qualificante prospettiva catechistica trovò un suo strumento efficace nel Centro Catechistico Interdiocesano, che poi era l’abitazione delle Operaie della Grazia, con lo scopo precipuo di promuovere la formazione spirituale, dottrinale, psico-pedagogica e metodologica dei catechisti parrocchiali.
L’esigenza di puntare non solo sulla conoscenza del Dono di Dio e sulla modalità di comunicarlo, ma anche sulla accoglienza e sull’esperienza, portò alla realizzazione della Domus Gratiae, una grande casa per sacerdoti, catechisti, famiglie, per gruppi e per singole persone.
La Domus, così conosciuta familiarmente, è stata promotrice, nei suoi ampi locali, di incontri di preghiera, di spiritualità, di esercizi spirituali. Nel periodo postconciliare, la Domus divenne il centro per l’aggiornamento di sacerdoti e laici, con la guida di periti conciliari e di teologi e pastori qualificati.
Un’altra preoccupazione di don Antonio fu quella di promuovere i mezzi di comunicazione perché contribuissero a diffondere la scoperta e la crescita della vita della persona in tutte le sue dimensioni: umana, psicologica, spirituale, con particolare attenzione al mondo dell’educazione.
Per diversi anni, don Antonio e le Operaie della Grazia, a Milano, hanno gestito e animato una casa editrice scolastica ed una apprezzata rivista per gli insegnanti della scuola primaria.
Don Antonio ha sempre pensato e voluto che la fisionomia delle Operaie della Grazia fosse “laica”, come battezzate consacrate nel mondo e per il mondo, a fianco a fianco con tutti i loro fratelli e sorelle, con le medesime occupazioni e preoccupazioni, in una vita di comunità sorretta dalla condivisione di un ideale comune prima che da una regola comunitaria.
Dal 1986, don Antonio con la Comunità delle Operaie della Grazia è stata accolto con amore e stima dalla Diocesi di Piacenza, prima nella parrocchia di Fornello e negli anni ’90 contemporaneamente in quella di Borgonovo ed nella parrocchia di Albareto di Ziano; alla Comunità delle Operaie della Grazia recentemente è stata affidata ufficialmente dal Vescovo Diocesano la cura pastorale della parrocchia.
Don Antonio è stato il promotore del Centro di Vita “La vite e i tralci”, una “piccola Domus Gratiae"anche se ultimamente il suo stato di salute non gli ha permesso di seguirlo come lui avrebbe desiderato.
Il Centro, quasi piccola Domus, promuove incontri di preghiera, esercizi spirituali, a servizio dei sacerdoti, delle parrocchie e dei gruppi.
Don Antonio, dal pomeriggio del 28 gennaio 2003, è nella casa del “Padre amatissimo”.