CIRCOLO LAUDATO SI'
"Il mondo è qualcosa di più
che un problema da risolvere,
è un mistero gaudioso
che contempliamo
nella letizia e nella lode".
(Laudato Si, 12)
PRESENTAZIONE DELLA GIORNATA DI RITIRO
Tempo del Creato
Al via il 1° settembre, Giornata mondiale di preghiera per la cura del Creato, terminerà il 4 ottobre, nel ricordo di San Francesco d’Assisi. L’appuntamento, in questa occasione, giunge nel corso dell’Anno speciale di anniversario dell’enciclica Laudato si’, a 5 anni dalla pubblicazione, lanciato da Papa Francesco fino al 24 maggio del prossimo anno e organizzato dal Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale.
Anche i vescovi hanno elaborato un Messaggio per la celebrazione della 15ª Giornata Nazionale per la Custodia del Creato (1° settembre): Vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà (Tn 2,12) Per nuovi stili di vita. Proprio per mettere in pratica la Laudato sì.
Il tema dell’edizione 2020 è “Giubileo per la Terra: nuovi ritmi, nuova speranza
Ripartiamo dalla preghiera di Papa Francesco, a marzo, sul sagrato della Basilica di San Pietro, quando Francesco sottolineò come in “una tempesta inaspettata e furiosa” ci si fosse resi conto di essere “sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda”.
Chiamati a "remare insieme": è una grande chiamata alla responsabilità, affinché si possa avere una giusta ripresa durante e dopo questa crisi.
Questo tempo del creato è il tempo favorevole per poter invertire la rotta di questa barca
Tutta la comunità cristiana, ecumenica, tutti noi e tutti gli uomini di buona volontà siamo su questa barca a remare, dobbiamo cercare di farlo con un ritmo che rispetti quello della Creazione, che ne abbia cura, di farlo all'unisono e dare un nuovo inizio.
Durante il Tempo del Creato dobbiamo cercare davvero di percorrere nuovi cammini di ecologia integrale: sappiamo che la Laudato si’ è la nostra bussola per questo cammino.
LSì n.137. Dal momento che tutto è intimamente relazionato e che gli attuali problemi richiedono uno sguardo che tenga conto di tutti gli aspetti della crisi mondiale, propongo di soffermarci adesso a riflettere sui diversi elementi di una ecologia integrale, che comprenda chiaramente le dimensioni umane e sociali, oltre quelle ambientali.
LS n.49: “Oggi non possiamo fare a meno di riconoscere che un vero approccio ecologico diventa sempre un approccio sociale, che deve integrare la giustizia nelle discussioni sull’ambiente, per ascoltare tanto il grido della terra quanto il grido dei poveri”.
È importante durante questo tempo così favorevole avere la creatività per poter promuovere iniziative di preghiera, di conversione comunitaria e personale e di impegno per la cura del Creato.
Il tema del Giubileo per la Terra richiama il Levitico, come tempo di restituzione, di riposo della terra, di liberazione degli schiavi.
Ecco: anche noi abbiamo bisogno di essere liberati dal fatalismo, dal pessimismo, da una certa economia che - come dice Papa Francesco - uccide e che sta creando tante diseguaglianze e conflitti nel mondo, ma che sta pure distruggendo l'armonia dell’uomo e della donna con il Creato.
Nei primi capitoli della Genesi appare con evidenza la dipendenza del creato da Dio.
L’essere umano è “formato” dalla “polvere” della terra e vive per il soffio vitale di Dio.
Pertanto, fin dall’origine egli è visto come una relazione:
- con Dio anzitutto mediante il soffio vitale,
- con il prossimo (maschio-femmina; poi fratelli) e
- con il creato intero, di cui è solo una parte.
La “polvere” lo lega intimamente alla terra (adamah), su cui egli (adam) abita.
Ci stiamo accorgendo sempre di più che questa semplice verità è parte del nostro esistere: i danni ambientali hanno conseguenze sull’essere umano e sul creato.
Scopriamo con chiarezza che “tutto è connesso”:
LS n.138Non è superfluo insistere ulteriormente sul fatto che tutto è connesso. Il tempo e lo spazio non sono tra loro indipendenti, e neppure gli atomi o le particelle subatomiche si possono considerare separatamente. Come i diversi componenti del pianeta – fisici, chimici e biologici – sono relazionati tra loro, così anche le specie viventi formano una rete che non finiamo mai di riconoscere e comprendere. Buona parte della nostra informazione genetica è condivisa con molti esseri viventi. Per tale ragione, le conoscenze frammentarie e isolate possono diventare una forma d’ignoranza se fanno resistenza ad integrarsi in una visione più ampia della realtà.
La pandemia che ancora affligge il mondo ci ha resi più coscienti di questa verità. Un virus maligno ha attraversato il mondo, non ha chiesto il permesso di soggiorno a nessuno, ha valicato confini di popoli e continenti, ci ha sorpreso nella nostra fragilità, indifesi, impreparati.
Ci credevamo padroni e ci siamo ritrovati sottomessi, impreparati a rispondere nonostante il progresso della scienza.
Se tutto è connesso, siamo chiamati a scoprire il senso della relazione che ci lega.
Il primo racconto della creazione, come viene abitualmente chiamato dagli studiosi, ci descrive il creato come un’armonia di differenze: luce/tenebre; acque superiori/acque inferiori; cielo/terra; terra asciutta/mare; giorno/notte; animali acquatici/animali terrestri; maschio/femmina.
Gli esseri creati vivono in armonia proprio per la loro differenza.
Se essi non rispettano l’esistenza della loro differenza e si mescolano, si ritorna al caos originario, si innesta cioè un processo di de-creazione, come viene narrato nel racconto del diluvio, dove a causa della violenza umana si innesta un processo che fa tornare il creato al caos, al disordine cosmico.
Non è ciò a cui stiamo assistendo nel mondo di oggi quando parliamo di violenza contro i poveri e contro la terra, come ci ricorda Papa Francesco parlando del grido dei poveri e del grido delle terra? Non possiamo non pensare all’Amazzonia dopo quel sinodo così profetico. La pandemia non ha fatto che aggravare un territorio già sofferente, dove l’avidità, la corruzione, la violenza e la riduzione in schiavitù fanno il resto fino a distruggere le preziose risorse di quel territorio.
Dio affida all’essere umano un compito: «Riempite la terra e soggiogatela, dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente che striscia sulla terra» (Genesi, 1, 28).
Ciò sarebbe stato interpretato nella tradizione della Chiesa come un dominio assoluto, come Papa Francesco ha ben notato parlando di “eccesso antropocentrico”.
In ogni caso questo primo compito è da leggere con quanto Iddio affida all’uomo dopo averlo posto nel “giardino dell’Eden”: «Dio lo pose nel giardino di Eden per coltivarlo e custodirlo». “Coltivare e custodire” sono due azioni complementari: non si può solo coltivare né solo custodire.
L’interazione tra le due azioni è fondamentale perché la terra possa produrre ciò per cui il Signore l’ha creata.
L’ultimo capitolo dell’enciclica titola: «Educazione e spiritualità ecologica».
Papa Francesco scrive che «la crisi ecologica è un appello a una profonda conversione interiore» (Laudato si’, 217). E più avanti: «La spiritualità cristiana propone un modo alternativo di intendere la qualità della vita, e incoraggia uno stile di vita profetico e contemplativo, capace di gioire profondamente senza essere ossessionati dal consumo» (Laudato si’, 222).
Guardiamo la sua creazione con i suoi occhi….quello sguardo che aveva san Francesco
Iniziamo con la lode del Creatore riconoscendoci creature,desiderate, volute, conosciute, amate gratuitamente, con lo spirito di San Francesco come dice Papa Francesco nella Laudato sì:
““Così come succede quando ci innamoriamo di una persona, ogni volta che Francesco guardava il sole, la luna, gli animali più piccoli, la sua reazione era cantare, coinvolgendo nella sua lode tutte le altre creature2»”. (LS 11)
Oggi c’è un ritorno alla natura, ma sulla differenza tra “natura” e “creazione” ci illumina Papa Francesco:
Per la tradizione giudeo-cristiana, dire “creazione” è più che dire natura, perché ha a che vedere con un progetto dell’amore di Dio, dove ogni creatura ha un valore e un significato (LS)
“Esistiamo non solo per la potenza di Dio, ma davanti a Dio: davanti a lui e con Lui”. Siamo chiamati , voluti per una relazione con Lui.
Perciò noi lo adoriamo,lo lodiamo, riconosciamo che Lui è il Creatore, che Lui è a fondamento di tutte le cose.
Per natura si intende l'universo considerato nella totalità dei fenomeni e delle forze che in esso si manifestano, da quelli del mondo fisico a quelli della vita in generale. Per alcuni è qualcosa di indistinto, materia frutto del caso, materia da sfruttare.
“Il vocabolario cristiano non parla di ‘natura’, ma di‘creazione’.
La differenza è sostanziale. Il termine ‘creazione’ dice che il mondo, l’intero universo ha avuto origine dall’atto creativo di Dio: è, appunto, creatura; non semplicemente natura.
Ci mettiamo in cammino, in silenzio, per godere di questo silenzio e ascoltare….guardare:«La natura è piena di parole d’amore, ma come potremo ascoltarle in mezzo al rumore costante, alla distrazione permanente e ansiosa, o al culto dell’apparire?» (Papa Francesco)
Anche il camminare è importante perché Camminare è sentire, scoprire, tornare al piacere del corpo in movimento. Camminando i nostri sensi annusano l’ aria, il cambiamento delle stagioni, percepiamo il suolo, la sabbia, l’ acqua sotto i nostri piedi. Siamo in diretto contatto fisico con le radici e il mistero della terra a noi si fa più vicino.
Camminare è metafora del cammino della vita, della vita intesa come un come un camminare. Mettere i piedi sul suolo, su questa terra è sentire che siamo vivi, in continua trasformazione, in continua rinascita come gli alberi, i fiori..tutta la terra
Faremo 4 soste per meditare, contemplare i 4 elementi : ARIA, ACQUA, FUOCO, TERRA
I quattro elementi
Laudato si’, mi’ Signore, per frate vento
et per aere et nubilo et sereno et onne tempo,
per lo quale a le tue creature dài sustentamento.
Laudato si’, mi’ Signore, per sor’acqua,
la quale è multo utile e humile et pretiosa e casta.
Laudato si’, mi’ Signore, per frate focu, per lu quale enallumeni la nocte:
ed ellu è bello e iocundo e robustoso et forte.
Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre terra,
la quale ne sustenta e governa,
et produce diversi fructi con coloriti flori et herba
1° tappa : ARIA/ VENTO descritto con 4 immagini: aria, nuvole,sereno, ogni tempo : in meteorologia il vento è il movimento di una massa d'aria atmosferica da un'area con alta pressione (anticiclonica) a un'area con bassa pressione (ciclonica).brezza leggera… ma sono i poeti a descrivere la bellezza del vento:
Non dimenticate che la terra si diletta a sentire i vostri piedi nudi e i venti desiderano intensamente giocare con i vostri capelli. (Khalil Gibran)
Mi piace la gente che sa ascoltare il vento sulla propria pelle, sentire gli odori delle cose, catturarne l’anima. Quelli che hanno la carne a contatto con la carne del mondo. Perché lì c’è verità, lì c’è dolcezza, lì c’è sensibilità, lì c’è ancora amore. (Alda Merini)
«In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e vuota e le tenebre ricoprivano l’abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque».
Lo spirito di Dio: il respiro creatore, la ruach Elohim, che suscita la vita. Il Cosmo ha inizio con un respiro, un soffio che, increspando per la prima volta le acque primordiali, origina, trasmette, produce vita.
Un racconto ebraico afferma che esistono due cose le quali non sono state create, il vento e l’acqua; esse erano fin dal principio, perché è detto: «Il vento del Signore si librava sopra le acque».
E’ una forza lieve, una brezza leggera oppure una forza distruttiva. Il vento è movimento..non sai da dove viene e dove va. Invisibile,inafferrabile,; culla, accarezza, scuote, spezza, devasta, trasforma, scava, scolpisce, distrugge, edifica. Non ha forma, né odore, né suono, ma la sua voce è quella degli alberi, dei boschi, del mare, del profumo dell’erba…
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L’aria, di per sé impercettibile, prende consistenza dal suo movimento. Il vento è un cavallo: senti come corre per il mare, per il cielo. Vuol portarmi via: senti come percorre il mondo per portarmi lontano. (Pablo Neruda)
Il vento è portatore di vita. Dal movimento delle masse di aria dipende anche la pioggia.
Dall’alternanza del bel tempo e delle precipitazioni, Dio creatore, che è il protagonista del Cantico, ci sostiene. Fratello vento è uno strumento.
Il vento, nel cuore di Francesco, è il ricordo dello Spirito Santo, "ruah", "pneuma", che soffia. "per", per lo quale, che ci dice che "attraverso il vento Dio ci sostiene". «Vento che si abbatte gagliardo» (At 2,2). Ma già Gesù, nel dialogo notturno con Nicodemo, un capo dei giudei, si era riferito al vento per annunciargli una nuova nascita dall'Alto: «Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito» (Gv 3,7-8).
Come il vento esiste e lo si avverte negli effetti, anche se è inspiegabile, così è dello Spirito: esiste e opera, benché resti misteriosa la sua esistenza e la sua attività. Il vento che soffia dall'Alto, dal Cielo, da Dio, non lo si vede, ma si fa sentire; non ha un volto da offrire alla visione ma fa avvertire la sua presenza: è una forza che afferra tutta la persona, è un fuoco che riscalda e illumina "
Il vento: soffio di vita e segno della potenza del santo spirito che abita in noi
«Respirare, per l'uomo, è una necessità e un mistero. In questa funzione, l'uomo scorge il segreto della vita. Il Signore, che si rivela come il "Dio vivente", appare dotato di un soffio, di un'energia creatrice e restauratrice in cui l'essere umano scopre l'inesauribile sorgente della propria esistenza. Il Signore con un soffio immette la vita» (M. Cocagnac, I simboli biblici, pp. 145-146).
Ed è un soffio il gesto che compie Gesù risorto sugli undici nel Cenacolo di Gerusalemme per trasmettere lo Spirito: «Soffiò su di loro e disse: ricevete lo Spirito Santo» (Gv 20,22). Gesù ripete lo stesso gesto che Dio aveva compiuto nell'Eden quando, dopo aver modellato il corpo dell'uomo dalla polvere della terra, «Soffiò nelle narici un soffio vitale» (Gn 2,7). L'evangelista Giovanni si serve dello stesso verbo greco di cui si è servito l'autore del libro della Sapienza nel riferire la creazione di Adamo: «Gli inspirò un'anima attiva e soffiò in lui uno spirito vitale» (Sap 15,11).
2° tappa : L’ACQUA Utile, umile, preziosa, casta.
L’acqua è quanto di più dinamico esista in natura. Scorre, non si ferma di fronte agli ostacoli, continuamente si adatta, che muta le sue caratteristiche, ma allo stesso tempo, come per il più piccolo seme di senapa, conserva in sé il principio vitale.
L’acqua non oppone resistenza. L’acqua scorre. Quando immergi una mano nell’acqua senti solo una carezza. L’acqua non è un muro, non può fermarti. Va dove vuole andare e niente le si può opporre. L’acqua è paziente. L’acqua che gocciola consuma una pietra. Ricordatelo, bambina mia. Ricordati che per metà tu sei acqua. Se non puoi superare un ostacolo, giragli intorno.
In essa ritroviamo tutte le informazioni del ciclo della vita presenti in un seme, che sollecitato da azioni chimiche e meccaniche, conserva in sé già tutte le informazioni delle radici, del tronco, dei rami, delle foglie, delle gemme. Il piccolo che contiene il tutto.
In essa leggiamo tutta la storia del nostro pianeta, di questo piccolo puntino blu: è la stessa goccia che si è formata dai bombardamenti di meteoriti, milioni di anni in cui corpi celesti scagliavano sulla terra particelle di carbonio, di idrogeno e di ossigeno; è la stessa gocciolina dei mari preistorici, la stessa gocciolina bevuta dai dinosauri, la stessa gocciolina usata per irrigare la valle del Nilo, la stessa gocciolina di una lacrima di una donna del XVII secolo. In una goccia d’acqua si trovano tutti i segreti degli oceani. (Khalil Gibran)
L’acqua è vita
Disseta - nutre
Purifica
E’ bellezza
E’ progresso, è civiltà
E’ distruzione
Nei mezzi di informazione, spesso l’acqua è associata alla sua azione distruttiva.
tzunami, alluvioni, bombe d’acqua… per la pianificazione territoriale e il cambiamento climatico …si incrementa l’energia cinetica dei corsi d’acqua. Ingrossandosi, questi fiumi liberano la loro energia in forma distruttiva.
E’ bella, piacevole: “Stamani mi sono disteso in un’urna d’acqua e come una reliquia ho riposato”. (Giuseppe Ungaretti)
Utile, umile, preziosa, casta.
Prima ancora che essere piacevole, o prima ancora di essere una fonte economica, sia energetica che commerciale, l’acqua è utile per la vita. L’acqua è vita
La vita stessa si sviluppa in un liquido amniotico. “Noi stessi siamo fatti d’acqua. Gli esseri umani sono il modo che l’acqua ha trovato per andarsene in giro anche lontano dai fiumi”.
L’acqua è dappertutto. Una patata è costituita da acqua all’80 per cento, una mucca al 74, un batterio al 15.2 Un pomodoro, con il suo 95 per cento, è poco più che acqua. Ogni essere umano è costituito per il 65 per cento da acqua, il che ci fa più liquidi che solidi, con un rapporto di quasi due a uno. Bill Bryson
L’acqua è umile, non ha colore, sapore, odore; ce lo insegnano alle elementari, l’acqua per essere buona non deve avere nessuna caratteristica speciale. Invece noi continuamente dimentichiamo questo principio, e preferiamo bevande artificiali e artificiose, ricercando come un idolo ciò che con la sua umiltà riesce meravigliosamente a darci l’acqua.
E’ preziosa, anche se spesso noi la sprechiamo. Il suo essere preziosa è legato alla sua limitatezza, al non essere a disposizione di tutti. Papa Francesco LS 27-31 “l’accesso all’acqua potabile e sicura è un diritto umano essenziale, fondamentale e universale, perché determina la sopravvivenza delle persone, e per questo è condizione per l’esercizio degli altri diritti umani”. Francesco ci ricorda a contemplare anche questo aspetto dell’acqua, il suo essere un bene essenziale all’esistenza, che spesso noi uomini preferiamo a interessi economici di valore minore: basti pensare a quanto spesso le industrie chimiche riversino senza trattamento sostanze nei corsi d’acqua.
E’ casta, trasparente,incontaminata, pura. Dona un senso di sollievo quando si guarda attraverso di lei, quando si mostra pura.
Non dimentichiamo però che nel cuore di Francesco non può esserci solo una immagine "ecologica", ma soprattutto un rimando alla Scrittura: l'acqua ci ricorda Maria nella casa di Nazareth, modello di vita feriale per ciascuno di noi. Chi vive quotidianamente nella semplicità la routine della sua missione, rivestendola di dignità, riceverà la visita del Signore. Maria è l’esempio perfetto di donna utile, umile, preziosa e casta. Sembra quasi che Francesco, quando canta le doti di sorella acqua, avesse davanti proprio la vergine, utile perché portatrice della vera vita, l’unica vita capace di donare vita a tutta l’umanità; umile perché serva del Signore, docile alla volontà di Dio; preziosa, perché regina dell’universo; e infine casta, perché concepita senza peccato.
Collocata tra il cielo e la terra, l’acqua nella tradizione cosmologica è un elemento purificatore.
Per cui per Francesco, l’acqua è anche ricordo del Sacramento del Battesimo, che ci rende tutti fratelli in Cristo. Battesimo, che deriva dal greco βάπτισμα, indica proprio “immersione”. Ricompare questo principio vitale, in quanto i segni del battesimo sono associati alla morte: viene seppellito l’uomo vecchio, e attraverso il Battesimo rinasce l’uomo nuovo in Cristo.
Un lago è il tratto più bello ed espressivo del paesaggio. È l'occhio
della terra, a guardare nel quale l'osservatore misura
la profondità della propria natura. (Henry David Thoreau)
Ogni tanto, nelle giornate di vento, scendeva fino al lago e passava ore e guardarlo, giacché, disegnato sull'acqua, gli pareva di vedere l’inspiegabile spettacolo, lieve, che era stata la sua vita.
Alessandro Baricco, Seta, 1996
Nell'acqua immobile del piccolo lago vicino a casa mia, si specchia il cielo con le sue arruffate nuvole in corsa. È la nostra vita che passa tumultuando sullo sfondo impassibile dell'eternità. Ardengo Soffici, Giornale di bordo, 1915
Il lago era immerso nel silenzio, come se avesse inghiottito tutti i rumori. La superficie sembrava uno specchio, s’increspava a ogni soffio di vento. Si sentiva soltanto, ora alto, ora basso, il canto degli uccelli.
Banana Yoshimoto, Il lago,
GOCCE D’ACQUA di Federico Garcia Lorca
L’acqua
suona il suo tamburo
d’argento.
Gli alberi
tessono il vento
e le rose lo tingono
di profumo.
Terza tappa : IL FUOCO
Simbolo di forza ed energia, il fuoco è un elemento dai significati profondi. Nato da una piccola scintilla, il fuoco può velocemente propagarsi e avvolgere con le sue fiamme tutto ciò che incontra sulla sua strada e farne cenere.
Il fuoco accompagna l’uomo fin dalla notte dei tempi. È proprio la scoperta del fuoco – della luce e del calore – ad aver dato al corso della Storia la direzione che ben conosciamo. Secondo i miti più antichi, il fuoco ha origine divina , è simbolo della luce divina (roveto ardente che non brucia).
Infatti il fuoco nella tradizione è spesso indicato proprio come vita, la sua estinzione era associata a presagi di morte. A testimonianza di ciò, le vestali nell’antica Roma avevano proprio il compito di vigilare sul fuoco affinché non si spegnesse mai. Anche nei riti civili contemporanei, per esempio nei monumenti alla Patria, il fuoco assume questo significato da custodire.
Possiamo guardare al fuoco con due atteggiamenti diversi.
Il primo, alimentato dalla paura, evoca nella nostra mente immagini di distruzione, la violenza delle fiamme. Pensiamo a una casa in fiamme, o a una montagna sulla quale divampa un incendio, alla fatica che fanno gli uomini per contrastare la potenza del fuoco. A come questa forza, combinandosi con quella di fratello vento, diventi dirompente. Ci tornano in mente le immagini di distruzione che seguono anche questa battaglia, lo spegnimento delle fiamme porta con sé un’azione distruttiva.
Il secondo atteggiamento è quello del falò: quanti di noi associano al fuoco ricordi di serate piacevoli, trascorse intorno a un fuoco e a canzoni; l’immagine accogliente di un camino, di un focolare, attorno al quale nel passato si riuniva l’intera famiglia.
Questo secondo atteggiamento è quello che descrive il fuoco del Cantico. Essendo opposto all’acqua, il fuoco prende le sembianze di frate focu : bello, giocondo (rende molto l'idea di un giullare che danza), robusto, forte.
BELLO, GIOCONDO:
Sedersi davanti al fuoco è rilassante e piacevole, una sensazione le cui origini vanno ricercate nell’evoluzione. Nella preistoria, infatti, gli uomini si ritrovavano intorno al fuoco per socializzare e rilassarsi, al sicuro da nemici e predatori.
E’ bello, dà gioia perché la sua fiamma risplende, illumina, guizza, danza e dà calore.
ROBUSTOSO E FORTE Robusto, pieno di vigore.
Illumina
Purifica, libera dalle scorie
Fonde insieme elementi diversi
Piega ciò che è rigido, è forza e potenza
Incanta
Riscalda
Tutti simboli dello Spirito Santo
Luce, forza con la quale Dio vivifica, illumina, fortifica, purifica, rinnova la nostra esistenza,
Il cammino interiore è simile al lavoro che una volta facevano gli uomini per accendere il fuoco. Si batte e si ribatte una pietra contro l’altra, senza stancarsi, finché scocca la scintilla. Per nascere il fuoco ha bisogno del legno ma per divampare deve aspettare il vento. Cerca dunque sempre il fuoco nella tua vita, attendi il vento, perché senza fuoco e senza vento i nostri giorni non sono molto diversi da una mediocre prigionia. (Susanna Tamaro)
Il fuoco Simboli biblici
Nel simbolo del fuoco Dio si rivela come il Santo, il Giudice, colui che illumina, purifica e trasforma il cuore dell'uomo; nell'esperienza cristiana esso è collegato all'azione dello Spirito, che agisce nella Chiesa, brucia la paura e accende l'amore.
Il termine fuoco nella Bibbia è usato frequentemente sia nel significato naturale e tecnico che nella valenza simbolica. Nella traduzione greca della LXX ricorre 490 volte.
Il significato simbolico richiama da una parte il giudizio di Dio, che purifica distruggendo il male e, nel senso positivo, la sua manifestazione che chiama a una vocazione e rinnova il cuore dell'uomo.
Se il simbolo del fuoco riferito a Dio indica minaccia giudizio e di purificazione, riferito alla persona umana evidenzia sentimenti e passioni forti (Ct 8,6 7; Sir 9,8), l'ardore per la verità (Gn 20,9), il peccato (Sir 8,10), la calunnia e la litigiosità (Prv 26,20), la situazione di persecuzione (Sal 118,12), l'ira e la rissa (Sir 28,10s), l'ingiustizia (Is 9,17), l'omicidio (Sir 11,32; 22,24).
Il fuoco simbolo di purificazione che provoca dolore emerge in molti passi della Scrittura (cfr. Is 1,24-25; Ger 6,27; Ez 22,17- 22; Ml 3,2; Prv 17,3; Sir 2,5; Zc 13,9).
Il fuoco come teofania di Dio indica che egli è Altro da noi ed è il Santo. Così appare a Mosè nel roveto ardente, dove il fuoco ardeva e non si consumava (Es 3,1-6) e al popolo sul monte Sinai (Es 19,18).
Le azioni fondamentali che mostrano la funzione simbolica del fuoco sono tre: illuminare, purificare, confermare nella fede.
Dio si rivelò come fiamma di fuoco che illuminava la notte perché il popolo potesse camminare verso la terra promessa; l'angelo purifica con il fuoco le labbra del profeta Isaia per consacrarlo alla missione profetica (Is 6,6-7); il fuoco che brucia il sacrificio di Abramo conferma la sua fede nella promessa di Dio (Gen 15,17-20).
Nel NT queste tre funzioni sono evidenti nel giorno di Pentecoste (At 2,1-13).
Il fuoco, protagonista dell'evento è lo Spirito santo, il dono del Cristo risorto che si posa sulla prima comunità come "lingue di fuoco". Lo Spirito santo come fuoco illumina la Chiesa facendole comprendere la propria identità di comunità di salvati (At 11,16); brucia la paura e ogni forma di timore rendendo i credenti testimoni i coraggiosi del vangelo in ogni angolo della terra (At 1,5 - 8); riscalda il cuore che diviene capace di vivere giorno dopo giorno l'ideale della comunità cristiana nata dalla Pasqua (At 2, 42-47).
Inoltre, come Dio sul Sinai fumante diede la sua Legge per mezzo di Mosè, a Pentecoste nel dono delle lingue di fuoco regala il dono della Parola che gli apostoli, colmi di amore, porteranno in tutto il mondo, facendosi capire.
• Il simbolo del fuoco descrive pure la missione e la personalità di alcuni personaggi biblici: il profeta Elia: 2 Re 1,10 14; Sir 48,13; Giovanni Battista in riferimento al Cristo: Mt 3,11 12; e la stessa missione del Signore: Lc 12,49- 50.
• Paolo utilizza la simbologia del fuoco per descrivere l'azione dello Spirito nel cuore dei credenti: il fuoco "scolpì" la prima legge nelle tavole di Mosè, ora lo Spirito Santo imprime a caratteri forti la legge di Cristo nel cuore dei cristiani (2 Cor 3,3). Lo Spirito come fuoco realizza la nuova alleanza profetizzata dal profeta Geremia (31,31-33).
• Il libro dell'Apocalisse indica l'amore di Cristo morto e risorto più forte della morte presentandolo con gli occhi pieni di fuoco, cioè brucianti di amore che purifica, riscalda, comunica vita (Ap 1,14).
Quarta tappa: la Terra
in contrasto con la fluidità dell’ambiente acquoso, liquido la terra ambiente solido e strutturato è visto dall’autore biblico come il luogo in cui prende forma l’ordine delle cose.
'Elohim disse: "La terra produca esseri viventi secondo la loro specie: bestiame, rettili e bestie selvatiche secondo la loro specie". ……E dalla terra fece l’uomo"Facciamo 'Adam (il Fangoso, il Terreno, da
'adamah, terra) A nostra immagine,a nostra somiglianza,e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo,sul bestiame, su tutte le bestie selvatichee su tutti i rettili che strisciano sulla terra".
La terra è l’elemento matriarcale per eccellenza.
Tra i quattro elementi, è quello che più viene associato alla fertilità, e alle azioni proprie di una mamma: il nutrire, la creatività, l’essere rigogliosa.
È come un grembo materno, in quanto in sé accoglie la vita e la nutre, con il tempo e con la pazienza.
In stretta relazione con gli altri elementi, attraverso il fuoco che purifica e attraverso le acque che conducono il seme nelle sue profondità. Forse è l’elemento che più ha caratterizzato la cultura umana, intesa nel suo senso più ampio.
opoli interi si caratterizzano per la concezione di terra, e di conseguenza hanno nelle loro tradizioni e nella quotidianità un rapporto diverso con essa. Per le società matriarcali, per esempio, la Madre è benefica verso i suoi figli attraverso l’intervento fecondo del cielo. La terra, in queste società, non va rispettata per delle convinzioni “ecologiste”, ma perché l’uomo, fatto di terra, è solo una parte di questo sistema che non può distruggere, perché distruggerebbe anche sé stesso. Per questi uomini, far male alla terra equivale a prendere a schiaffi la propria mamma. Un gesto inconcepibile.
Sora nostra matre terra, la quale ne sustenta e governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba
Nel Cantico la terra, che è "sorella" e "madre", compie quattro azioni: nutre, governa con l’autorità di una madre, produce frutti con fiori, produce erba.
Grande amore e rispetto per la casa comune in cui tutte le forme di vita sono interconnesse tanto che la nostra salute dipende da “quella degli ecosistemi che Dio ha creato e di cui ci ha incaricato di prenderci cura. Abusarne, invece, è un peccato grave che danneggia e che fa male, che fa ammalare”.
Papa Francesco indica l’antidoto all’uso improprio della terra, della creazione, della nostra casa comune:” la contemplazione della bellezza del creato”, ma c’è bisogno di silenzio e di ascolto per scoprire il bello che ci circonda e il valore di ciascuna creatura, che riflette un raggio della sapienza di Dio. La contemplazione, dice, guarisce anche l'anima…..Contemplare è andare oltre l'utilità, spiega Francesco, che aggiunge: "Qui è il nocciolo del problema: contemplare è andare oltre l’utilità di una cosa. Contemplare il bello non vuol dire sfruttarlo, no: contemplare. E’ gratuito". ".
E ricorda che tanti maestri spirituali hanno insegnato che tutta la natura ci conduce a Dio. Cita quindi il fondatore della Compagnia di Gesù: Ad esempio, Sant’Ignazio di Loyola, alla fine dei suoi Esercizi spirituali, invita a compiere la “Contemplazione per giungere all’amore”, cioè a considerare come Dio guarda le sue creature e gioire con loro; a scoprire la presenza di Dio nelle sue creature e, con libertà e grazia, amarle e prendersene cura.
Il miracolo non è quello di camminare sulle acque, ma di camminare sulla terra verde nel momento presente e d’apprezzare la bellezza e la pace che sono disponibili ora. (Thich Nhat Hanh)
Non dimenticate che la terra si diletta a sentire i vostri piedi nudi e i venti desiderano intensamente giocare con i vostri capelli. (Kahlil Gibran)
Preghiera per la nostra terra
Dio Onnipotente,
che sei presente in tutto l’universo
e nella più piccola delle tue creature,
Tu che circondi con la tua tenerezza
tutto quanto esiste,
riversa in noi la forza del tuo amore
affinché ci prendiamo cura
della vita e della bellezza.
Inondaci di pace, perché viviamo come fratelli e sorelle
senza nuocere a nessuno.
O Dio dei poveri,
aiutaci a riscattare gli abbandonati
e i dimenticati di questa terra
che tanto valgono ai tuoi occhi.
Risana la nostra vita,
affinché proteggiamo il mondo e non lo deprediamo,
affinché seminiamo bellezza
e non inquinamento e distruzione.
Tocca i cuori
di quanti cercano solo vantaggi
a spese dei poveri e della terra.
Insegnaci a scoprire il valore di ogni cosa,
a contemplare con stupore,
a riconoscere che siamo profondamente uniti
con tutte le creature
nel nostro cammino verso la tua luce infinita.
Grazie perché sei con noi tutti i giorni.
Sostienici, per favore, nella nostra lotta
per la giustizia, l’amore e la pace.