Auguri Anno Nuovo 2017. Aprire in basso l'allegato PDF
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nel vivere il Natale facciamo nostre le parole di Papa Francesco: “Mi raccomando, in questa settimana, cerchiamo di trovare qualche momento per fermarci, fare un po’ di silenzio”... Si, perché di fronte a questo Evento sorprendente: “Dio che si fa bambino”, non possiamo che avere le parole del silenzio, dello stupore e della fede umile e semplice come quella di Maria, Giuseppe e i pastori.
In realtà la vita frenetica , i mille impegni quotidiani, Babbo Natale, i regali, le luminarie, la festa... ci portano lontano dall’essenza e dalla luce che risplende a Natale. E’ un Mistero così grande e mirabile: “Dio viene, si fa vicino a noi diventando un bambino come tutti i bambini del mondo”. E quando arriva, quando nasce la sua condizione non è molto diversa da quella di tanti bambini di oggi che non hanno la casa, che hanno freddo, che vivono - finché vivono - tra le bombe e le macerie, fuggono...muoiono. Ma noi abbiamo un’immagine leziosa e consumistica del Natale: anche Gesù bambino e lo stesso presepe sono vissuti semplicemente alla stregua dell’albero di Natale, di Babbo Natale, del panettone o delle vacanze natalizie...
Per questo è necessario un po’ di silenzio, uno spazio di ascolto nel nostro cuore per accogliere il Mistero del Natale. Fare spazio a Dio per vivere il Natale con il cuore di Dio. Egli è entrato nella nostra storia nei panni fragili e inermi di un bambino, un bambino di una famiglia umile e semplice, non nei palazzi del potere. Perché, come dice Papa Francesco: La vera storia non è quella fatta dai potenti, bensì quella fatta da Dio insieme con i suoi piccoli. La vera storia - quella che rimarrà nell’eternità - è quella che scrive Dio con i suoi piccoli: Dio con Maria, Dio con Gesù, Dio con Giuseppe, Dio con i piccoli. Quei piccoli e semplici che troviamo intorno a Gesù che nasce: Zaccaria ed Elisabetta, anziani e segnati dalla sterilità; Maria, giovane ragazza vergine promessa sposa a Giuseppe, i pastori, che erano disprezzati e non contavano nulla. Sono i pic-coli, resi grandi dalla loro fede, i piccoli che sanno continuare a sperare. E la speranza è la virtù dei piccoli. I grandi, i soddisfatti non conoscono la speranza; non sanno cosa sia. Sono loro i piccoli con Dio, con Gesù, che trasformano il deserto dell’esilio, della solitudine disperata, della sofferenza, in una strada piana su cui camminare per andare incontro alla gloria del Signore...”
Certo per guardare la vita, la nostra storia, la storia di oggi con il cuore e gli occhi di Dio è necessario avere gli occhi di un bambino, perché nel bambino c’è una promessa di vita che è più forte della morte e di ogni potenza di male. Come nel Bambino Gesù c’era la croce, ma anche la potenza della resurrezione.
Signore, in questo Natale, donaci la fede semplice e fiduciosa dei bambini che stanno sicuri nelle braccia del papà e della mamma; tocca i cuori degli Erodi del nostro tempo perché si ravvedano e trovino dentro di loro quella “umanità...divina” che tu hai donato alla nostra libertà di figli. Aiutaci ad essere “quel piccolo resto” che rimane fedele ed è capace di vedere la tua luce, le tue meraviglie. Fa’ che anche noi possiamo essere, con te, luce e gioia per i nostri fratelli!
Buon Natale e Buon Anno a tutti
gli Operai della Grazia